IL DECALOGO DEL BARMAN

Mi collego ad un articolo (che potete leggere al link qui sotto) in cui il maestro Gualtiero Marchesi detta dieci regole per quello che lui ritiene il cuoco  perfetto. Il pensiero è immediato… E se provassimo a trasformarle in dieci rregole per  il barman perfetto? Un piccolo giochino, un esercizio di stile che potrebbe far bene a molti. Prendetolo con un sorriso: Barman è un mestiere o meglio ancora , un servizio, un ministerium. La divisa, in ordine, elegante è un segno di rispetto verso il cliente e serve anche a  comunicargli degli aspetti imprescindibili: l’onestà, la pulizia, il rispetto.(ndr. Ricordo ancora quando , nei miei primi momenti dietro il banco, i Barman piu esperti mi raccomandavano di  non mettere anelli, orologi ecc. Ovviamente di tatuaggi neanche a parlarne!) La legge del barman è la ricetta di cui è esecutore, ricordando che ogni buona esecuzione presuppone  una quota d’interpretazione, attentamente dosata, non eccessiva ma neanche assente,  introdotta con rispettosa discrezione. A un livello più alto sta il compositore. Ai diversi gradi di esperienza e conoscenza corrisponderanno tre figure:  l’esecutore, l’interprete e il compositore. Per raggiungere questi traguardi, il barmandovrà impadronirsi della tecnica e aver fatto pratica di tutti i tipi di cocktail e delle principali tecniche Un elemento importante per arricchire le proprie esperienzeè sicuramente la conoscenza dei prodotti, la loro storia, le origini e gli                                  ingredienti di cui sono composti Lo studio delle culture alimentari di altri Paesi, può contribuire a formare una conoscenza più ampia dell’arte della                           …

GOOD LIFE

Un titolo che è anche uno stile. Carta patinata, foto bellissime, luoghi, persone e filosofia di vita. Questo ed altro sul giornale di Dominique Antognoni, amiico da poco, ma con molte affinità.Due scoperte (la persona ed il giornale) recenti, di cui devo ringraziare Florence Guyot , si , quella dello Champagne Marguerite Guyot (che trovate …

Bere come Bond

«James Bond, with two double bourbon inside him, sat in the final departure lounge of Miami Airport and thought about life and death». (Goldfinger, 1964) La frase che ogni barman conosce. Associata indissolubilmente all’agente segreto piu famoso del moondo. In assoluto il piu “charmant” , in continuo spostamento per ogni destinazione, ovviamente frequentatore di hotel …

MATTEO ZED

Continuano gli autoritratti dei grandi barmen italiani. E’ la volta di un altro connazionale che porta l’eccellenza italiana nel mondo…E torniamo a New York Un grande Giornalista di settore descrivendomi su carta un giorno mi ha definito uno dei personaggi più ambiziosi della Bar  Industry. Vedendomi dubbioso ci tenne a precisare : “Con la definizione ambizioso, ‘In senso etimologico s’intende la persona che ha desiderio legittimo di migliorare la propria posizione o di essere valutato secondo i propri meriti.” Probabilmente sì……il termine “ambizioso” e aggiungerei “determinato” mi calza a pennello. Sono da sempre una persona che ha creduto in se stesso, un professionista che pianifica ogni obiettivo razionalmente e da’ il massimo per raggiungerlo. Ho sempre lavorato sodo e ho sgobbato per arrivare a concretizzare ogni mio progetto, nessuno mi ha mai regalato nulla e credetemi ho cominciato dal basso, dalle fogne di questo lavoro, e ora mi trovo dietro il bar di uno dei locali N.1 d’America. Ma  andiamo per gradi, la mia carriera come barman ha inizio dopo un corso di laurea in Food & Beverage management e un  viaggio-stage presso  una  grande  catena  di  Hotels  Statunitensi . A New York ( grazie a mio padre a sua volta Grande professionista dell’Hotelerie) Qui Affascinato dal lavoro di Bartender, tornato a casa frequento un corso base per diventare un barman e contestualmente comincio a muovere i primi passi come Barback nel locale estivo di un mio caro amico sito all’interno di un festival latino americano, sono di questo tipo i primi locali dove ho lavorato tra Roma e Londra, ( Barfly, Barrio Latino, Maron Glacé e il Salsa). Siamo negli anni ’90, i clubs la fanno da padrona, e un incontro fortuito mi fa conoscere gli attuali proprietari dei più grandi Clubs italiani, all’epoca gestori e organizzatori di importanti eventi di musica elettronica. Con loro giro l’Italia e la Spagna col ruolo di Barmanager dei loro eventi. Un giorno però stanco di quel tipo di ambiente cerco di sdoganarmi e grazie ad un lavoro presso uno dei primi cocktail wine bar di Roma ‘La Buca di Bacco’, comincio ad avere a che fare con un modo di fare bar di grande qualità. Da qui una crescita continua, fino ad approdare nei primi anni del 2000 al 45 Giri, dove incontro un grande Maestro che mi ha trasmesso molto, Luigi Nardini all’epoca mio manager . Dopo 2 anni spesi in altre situazioni lavorative, grazie ai suoi insegnamenti, diventero’ io il manager di questo posto e del Riva Nord in estate, ottenendo grandissimi risultati e soddisfazioni. Nello stesso momento vinsi la selezione italiana della Bacardi Le   gacy e arrivai terzo nel mondiale a Portorico, vinta anche l’edizione italiana della Disaronno a Roma mi trasferii a Tokyo per quattro settimane, per imparare al Meglio lo stile Nipponico e dove lavorai presso l’High Five Del Maestro Ueno San, poi allo StarBar di Hisashi Kishi , il Little Smith guidato dal simpatico Fumiyasu Mimitsuka e legai un forte rapporto con Takuo e Sumire Miyanohara. Le mie ultime esperienze mi hanno visto in giro per il mondo per guests e serate varie, tutto a cavallo della gestione con successo di di due Bars di due locali romani su cui nessuno avrebbe mai scommesso: Settembrini e il Little Jumbo Bar . Porto acasa tra il 2013 e il 2014 altri titoli come 2 ‘ posto al Mondiale Diplomatico in Venezuela e alla WORLD CLASS Italia dopo aver vinto la semifinale a Firenze. Dal 2014 inoltre sarò parte integrante della Giuria dell’Academy che decide i 50 Bars Migliori al …