Hollywood bar

Hollywood bar.

I cocktail nei film

Il cinema, come la letteratura, porta il pubblico a sognare, a emozionarsi, a divertirsi e, a volte, ad aver paura. Vedere i divi sullo schermo con un bicchiere in mano, può portare al successo, oltre che gli attori, i drink stessi. Senza contare che ci sono film o serie e cocktail che hanno indissolubilmente legato il loro destino: cosa sarebbe il Grande Lebowsky senza il white russian? E le ragazze di “Sex and the city” senza il cosmopolitan?

Se c’è un posto al mondo dove i cocktail sono davvero di casa questo non può essere che Hollywood, ovvero la fabbrica dei sogni. Il posto dove nascono le storie più avvincenti scritte dai migliori autori di tutti i tempi e interpretate dai bravissimi artisti che la popolano insieme ai registi, le maestranze, le grandi case cinematografiche e non per ultimi i produttori. Questo libro nasce con l’intento di andare a vedere, senza velleità di completezza, film, cocktails e attori. E per sentirci partecipi e un po’ divi, perché non vedere ogni film sorseggiando il cocktail proposto, con la musica adeguata?

Dalla prefazione di Giorgio Fadda, presidente I.B.A.

Giorgio Fadda

Che siano scene di quotidianità o momenti di completa surrealtà rimane il fatto che, proprio come le divinità greche anche nel cinema, i piaceri fondamentali rimangono gli stessi e tra questi rimane “l’ambrosia” “bevanda divina, ai divini dedicata”.

In parallelo il bere sacro per noi barmen quel bere di qualità cheda tempo cerchiamo di diffondere e promuovere, come del restodivini” sono quegli attori che, nel sacro e nel profano, rendono dimenticabili tanto i film, quanto i cocktails che vi appaiono. Si creano così immagini celebri, consegnate al tempo.

Il bere che suggella, il bere che celebra, che unisce, che svilisce, che è causa o effetto di azioni autentiche o sregolate.

Bevande che si elevano in qualità, proporzionalmente alla levatura sociale rappresentata nelle scene.

Il fluire delle scene scandito da cocktails capaci di diluire costrutti sociali e inibizioni individuali.

I cocktail appaiono sul grande schermo come etichetta riconoscibile dei tempi e delle mode, messaggio alle masse spettatrici,di uno status, disimboli culturali ed etnici.

È così che anche nel seducente gesto di preparare un cocktail, come in quello di chi giocerellandoci lo tiene in mano possiamo, fonderci e confonderci nella sensazione di far parte di un pezzo di eternità..

Dalla prefazione di Mauro Lotti, indimenticabile capo barman del Grand Hotel di Roma e brand ambassador Martini & Rossi

Mauro Lotti (pic. by Bargiornale.it)

Se c’è un posto al mondo dove i cocktail sono davvero di casa questo non può altro che essere Hollywood, ovvero la fabbrica dei sogni. Il posto dove nascono le storie più avvincenti scritte dai migliori autori di tutti i tempi e interpretate dai bravissimi artisti che la popolano insieme ai registi, le maestranze, le grandi case cinematografiche e non per ultimi i produttori. Una delle cose che apprezzo di più dei film americani è il loro linguaggio contemporaneo della serie” Parla come mangi”. Dialoghi e fatti proposti in sintonia a una società che cambia velocemente nelle quale tutti sono capaci di riconoscersi. Tutto talmente realistico e vero che potrebbe capitare a te nei prossimi minuti. Così è anche per i cocktail che ogni tanto conquistano lo schermo e di una cosa puoi essere certo , quei cocktail sono anche nei menu dei Bar Hollywoodiani perché sono semplicemente Buoni spesso Buonissimi. La maggior parte dei cocktail più apprezzati o richiesti entra nei circuiti internazionali passando per Hollywood per ricevere l’approvazione dello STAR SISTEM e la gloria per l’ eternità.

Dalla prefazione di Paolo Prevosto, Direttore del magazine dedicato al cinema Sci-Fi www.fantascienzaitalia.com, collezionista, musicista e molto altro

Paolo Prevosto

Il bar può essere uno luogo fondamentale ed inatteso, nel cinema come nella vita; un’ambientazione in cui possono avvenire incontri, scambi, intrecci tra destini, un luogo aperto, neutro e accogliente. Come alcuni importanti registi affermano, un luogo spesso ispiratore e foriero di nuove idee.

L’etimologia del termine bar deriva dal vocabolo inglese “barrier”, ovvero la linea di demarcazione che, ancora oggi, divide i clienti dal barman: anche quest’ultimo è una figura che può riservare molte sfaccettature, essendo talvolta un confidente, un consigliere, una spia o addirittura un’ancora di salvezza.

Anche in Italia il bar rappresenta il luogo della socialità, basti pensare alla “dolce vita” del dopoguerra: la rinascita del nostro Paese passava anche per le relazioni consumate tra i tavoli dei bar di Roma, in via Veneto, nel periodo della Hollywood sul Tevere.

Autore: Luca Coslovich

Editore: Iacobellieditore

Collana: Guide

Anno edizione: 2021

In commercio dal:11 novembre 2021

Pagine:128 p.,

ill. ,

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