Bartending

Chi vuol fare il cameriere?

Siete pronti? Tra poco, con l’inizio della stagione invernale, ricomincia il balletto sulla stampa: “gli albergatori non trovano personale” , ” gli italiani non vogliono più fare i camerieri” ( o barman) e via di questo passo.

Di risposta l’ormai classico “i camerieri si trovano, sono gli schiavi che scarseggiano”. il punto focale è sicuramente paga – orario di lavoro. Da una parte la pretesa di avere personale qualificato a costo bassissimo, dall’altra l’assurda convinzione che il lavoro vada pagato il giusto (:-) )

probabilmente la verità sta nel mezzo, come spesso accade. Sicuramente il costo del lavoro in Italia è troppo alto, un imprenditore che deve assumere si trova a pagare il doppio di quello che il dipendente andrà a guadagnare.

Le realtà piu piccole e stagionali ovviamente sono più soggette ad “aggiustamenti” poco legali ma che sono anche spesso l’unico modo per poter sopravvivere in uno stato che chiede le tasse ancora prima di sapere se e quanto l’imprenditore guadagnerà.

Ovviamente in mezzo a tantssimi imprenditori seri ed onesti, ce ne sono molti che non guardano in faccia nessuno, e aprofittano della situazione di bisogno di lavorare in modo a volte veramente spudorato. Ore infinite (non in busta e non pagate), riposi non fatti (si sa, la stagione va sfruttata), alloggi, quando ci sono, quasi disumani ecc.

Dal lato lavoratore invece c’è da dire che spsso è un lavoro fatto da persone che hanno altre ambizioni, ma che non trovando nel loro campo si “adattano” a lavorare in bar e ristoranti. Ed allora qui il discorso cade sulla professionalità, che inevitabilmente non c’è, e quindi la pretesa di uno stipendio più alto (là dove ci siano condizioni di lavoro accettabili), viene a mancare.

I professionisti che ne hanno la possibilità vanno, giustamente, all’estero dove le condizioni di lavoro e salario sono migliori e la meritocrazia (spesso) aiuta a far carriera .

Fortunatamente, le esperienze all’estero si sono rivelate una vera fortuna per molti camerieri e barmen, visto l’aprezzamento che ottengono tutt’ora in molti paesi.

In tutti questi anni, colpevole spesso anche l’atteggiamento dei sindacati e l’estrema disgregazione del settore, non si è mai arrivati (o forse non cè mai stata la volontà) ad una soluzione che potesse andare bene a tutti.

Questa situazione ha portato ad avere un paese ricco di bellezze ad essere in fondo alle preferenze dei turisti, dietro a paesi con meno attrattive, ma sicuramente piu accoglienti.

Potremmo essere ricchi partendo dal turismo, ed invece riusciamo a trasformarlo in una voce in perdita

E se facessimo come in America?

ovvero, se il datore di lavoro pagasse un salario minimo ed il resto lo pagasse direttamente il cliente, con la percentuale sul conto?

Ovviamente andrebbe studiata bene, ma si otterebbe il risultato di eliminare il lavoro sommerso, aumento di professionalità (se è il cliente che mi paga, vedrò di trattarlo il meglio possibile), un aumento dei consumi (se prendo una percentuale su quello che vendo, cercherò di vendere di più).

Ovviamente questa è solo una piccola idea/provocazione, ma sicuramente (se non vogliamo peggiorare ancora in futuro) va trovata una soluzione velocemente, o per essere serviti bene da un cameriere o barman italiano dovremo andare all’estero!

The Cybartender

Bartender del casino di Monte.Carlo, autore di alcune pubblicazioni, collaboratore di testate giornalistiche e aziende beverage. Webmaster del sito www.thecybartender.com , on line dal  1997

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