Bartending Locali e Barmen

BARMEN vs ARCHITETTI

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Mettiamo che vuoi aprire un locale (bar, ristorante…poco importa), mettiamo che lo vuoi fare da zero, o almeno ristrutturare qualcosa di esistente.
Che fai? Normalmente ci si rivolge ad un architetto o ad una ditta di arredamenti. Preventivi, progetti, materiali , colori, illuminazione ecc. Ecc.
In effetti un professionista serve, troppe le cose da sapere, da mettere insieme, e poi lo diciamo sempre, meglio non improvvisarsi.

architetto

Ma “loro” si fanno le stesse domande?

Mi spiego meglio… Ho aperto molti locali, ma non ho mai sentito chiedere : dove vuoi il lavandino? A che distanza il banco? Dove mettiamo la lavabicchieri o la macchina del ghiaccio?
Ora se partiamo dall’assunto che noi non sappiamo fare gli architetti, loro dovrebbero partire dal punto che non sanno fare il nostro lavoro.
Questa ovviamente non vuole essere una sterile polemica, anzi!
Quello che vorrei precisare è che ogni mancanza dal punto di vista della funzionalità rischia di costarci molto, anche economicamente.
Meglio sarà disposto il banco bar, la sala, la cucina, piu veloce sarà il servizio. Quindi piu clienti serviti, quindi piu solldi nel cassetto.
Libertà creativa, quindi, ma non completa, o almeno collaborativa.

Non ho mai sentito di nessun architetto (o ditta di arredamenti) chiedere una consulenza in caso di nuovi locali, magari di gestori alle prime armi.
E allora vediamo locali carenti dal punto di vista ergonomico,con sprechi di spazio in alcuni punti e carenza in altri.
Lavabicchieri posizionate lontano dal lavandino (pavimenti sempre bagnati…e questa è sicurezza sul lavoro), di solito posizionati sotto la macchina del caffè, banchi standard, la dove ogni locale ha invece una clienteal, un servizio, un passaggio diverso.
Spesso e volentieri macchine del ghiaccio troppo piccole o inesistenti ( o mancanza di spazio in cui riporle), nessun senso per il posizionamento delle prese elettriche, e potrei andare avanti per ore.

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Tutto questo è facilmente rislovibile, e la parola chiave è COMUNICAZIONE.
Noi vi chiediamo di farci un locale attraente dal punto di vista estetico, e vi diamo ampia libertà per quanto riguarda l’estetica, ma voi dovreste farci vedere i progetti e darci la possibilità di spostare i vari elementi, per poter meglio lavorare.
Se poi in futuro, volessimo cominciare qualche collaborazione, sicuramente ne guadagnerebbero tutte e due le professioni

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Ovviamente niente di personale…

P.S. tutte le immagini sono state prese in rete

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cybartender

Bartender del casino di Monte.Carlo, autore di alcune pubblicazioni, collaboratore di testate girnalistiche e aziende beverage. Webmaster del sito www.thecybartender.com , on line dal  1997

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6 commenti

  1. Claudia dice:

    Il nostro bar, 30 ml caffè di Roma, è stato progettato da due giovani architetti che hanno vinto anche dei premi per questo lavoro. Ci sono stati vicino e disponibili a collaborare con le nostre esigenze tecniche e di budget. Il risultato è bello e funzionale, ci sentiamo di consigliarli www. Archquadro.it

  2. dice:

    Bravo Luca
    Condivido più o meno tutto…

    Forse però dovresti “cercare” meglio…

  3. ivo lisoni dice:

    Sono perfettamente d’accordo, personalmente progetto arredi e cucine per ristoranti bar e food in genere da circa trent’anni, il progetto, dal punto di vista distributivo non può MAI prescindere dalla collaborazione e dal dialogo, con la committenza. Io personalmente preferisco, nel percorso progettuale, coinvolgere il più possibile il cliente anche per quanto riguarda lo studio d’immagine. Un cliente che lascia carta bianca totale, seppur molto stimolante, a me, personalmente, ha sempre provocato un po’ di disagio. Se poi consideriamo che in molte realizzazioni, la proprietà è diversa da chi, materialmente, vi opererà (cuochi, baristi, gelatieri, pasticceri, ecc.) il rischio di commettere errori, che poi penalizzeranno, soprattutto dal punto di vista economico, l’attività è alto. Soprattutto sulle nuove attività, il committente molto spesso, non ha, quantomeno nella prima fase, ben chiaro cosa voglia, in concreto realizzare.; far eseguire, dunque una mezza dozzina di progetti, da altrettante ditte di arredamento, fatti molto spesso in maniera superficiale e con poche informazioni, porta a dei risultati non proprio ottimali.

  4. Markeb dice:

    Comunicazione è la parola chiave per una progettazione appagante e funzionale…sono un barman che si sta laureando in architettura. …e nelle mie piccole esperienze di progettazione ho avuto la fortuna di risistemare dei bar e grazie alle mie nozioni del campo sono riuscito nell’ intento…credo comunque che non bisogna generalizzare gli architetti basta scegliere quello con il metodo che più ci soddisfa… ; )

  5. Mi sembra chiaro che la mia piccola provocazione ha avuto l’effetto desiderato. Il fatto che in così tanti stiate vedendo questo post, e che molti rispondano (qui o sui social), mi fa capire che è un argomento che sta a cuore a molti. Continuate pure a dire la vostra, e grazie

  6. Gli architetti bevono male.. Strozzati nel loro total-black e negli innumerevoli spritz di bassa lega che trangugiano.. Meglio i designer, magari dal look improbabile ma forse.. piu’ sensibili alle macchine del ghiaccio.. ( Ghiaccio bollente not included..)

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